Parma & Le Sue Imprese - ITALIANO

5 L a provincia di Parma è situata nella parte oc- cidentale della regione Emilia/Romagna, in posizione di equidistanza fra Milano e Bolo- gna, e si viene a trovare a ridosso di Liguria e Toscana con un ampio fronte montano. La superficie è di km 2 3449. Nell’ambito regionale, la provincia di Parma è caratte- rizzata altimetricamente dalla più alta percentuale di territorio definito di montagna (43,5%) e della minore percentuale di territorio definito di pianura (25%). La provincia è sottoposta ad un clima decisamente conti- nentale con inverni lunghi e rigidi, estati calde e periodi primaverili ed autunnali di breve durata. Buona di solito la piovosità. Nel parmense prevale l’insediamento agricolo “a case sparse” mentre ai paesi e alle borgate è affidato un ruo- lo commerciale, artigianale ed industriale vero e pro- prio. È in tale territorio che si dipana la storia anche econo- mica del parmense. Di Parma – nome preso dallo scudo rotondo della fan- teria romana – si comincia a parlare quando, sconfitto Annibale e ricacciati oltr’Alpe i Galli, alcune migliaia di romani si insediano alla confluenza dei torrenti Parma e Baganza seminando grano, orzo e miglio e allevando pecore e maiali. Si deve all’opera di bonifica di molteplici ordini religiosi se – nel medio evo – vasti territori della pianura parmen- se sono sottratti a paludi. Opere di canalizzazione delle acque accentuarono – grazie alla pratica dell’irrigazio- ne – la fertilità dei suoli. Dopo guerre e distruzioni portati da Unni, Goti e Longo- bardi, la rinascita di Parma comincia con il suo ingres- so nell’impero di Carlo Magno. E dopo Vescovi e Con- ti finalmente, verso il 1100 la città, grazie anche ad un fiorente artigianato, collocata sulla via Emilia – arteria primaria realizzata dai romani - svolge un ruolo com- merciale importante tanto da supportare l’esperienza politica di “Libero comune”, alla cui guida presiedevano le corporazioni dei mercanti e degli artigiani. Le classi borghesi legate alle produzioni artigianali e ai commerci, acquistano sempre maggiore importanza e consapevolezza del proprio ruolo, costituiscono asso- ciazioni di categoria e si impossessano dei poteri so- vrani e tendendo a svincolarsi dalla soggezione sia dei Vescovi che dei poteri laici. Ed è così che si mette in movimento quel processo di straordinario sviluppo che, per tappe successive e percorsi accidentati, ci ha por- tato a quella che chiamiamo globalizzazione, al domi- nio del mercato e delle sue regole. Monumenti insigni vengono appunto realizzati nei primi secoli dopo l’anno 1000 (Battistero, Duomo, sculture dell’Antelami in città, presenze romaniche sull’asse della Via Emilia e della Via Romea che porta al Mar Tirreno); in seguito è l’ac- cumulazione capitalistica agricola degli ordini religiosi e di illuminate famiglie di feudatari che sa esprimere una committenza agli artisti del rinascimento che ar- ricchisce la città di insigni opere d’arte (la scuola pitto- rica del 500 con Correggio e Parmigianino, la scuola di ebanisteria ed intarsio dei Lendinara; costruttori come lo Zaccagni realizzano palazzi, corti e chiese, prima fra tutte la Steccata). Con l’avvento dei Farnese la logica dell’affermazione sta- Parma - Duomo e Battistero Cenni storici

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