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Export parmense: recupero nel terzo trimestre che porta i primi nove mesi 2020 al livello del 2019

Export parmense: recupero nel terzo trimestre che porta i primi nove mesi 2020 al livello del 2019

Parma mostra risultati migliori del contesto regionale e nazionale grazie soprattutto a farmaceutica e alimentare. Domina il continente Americano come destinazione dell'export

Recentemente l’Istat ha reso disponibili i dati relativi all’andamento delle esportazioni nel periodo compreso tra luglio e settembre 2020 e ha revisionato i dati relativi al 2019. Nel terzo trimestre del 2020 l’export parmense ha registrato un incremento del 3,6% rispetto allo stesso trimestre del 2019 segnando anche un recupero congiunturale rispetto al secondo trimestre dell’anno 2020 per quasi tutti i settori.
Il valore complessivo delle esportazioni provinciali parmensi è rimasto invariato nel periodo da gennaio e settembre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Si tratta di un risultato importante: mediamente è stato perso il 10,6% delle esportazioni a livello regionale e il 12,5% a livello nazionale.
Come già osservato nei primi sei mesi dell’anno, il risultato provinciale è stato reso possibile dalla presenza della chimica farmaceutica e dell’alimentare, settori anticiclici che hanno potuto non interrompere l’attività di produzione durante il periodo e che hanno incrementato le vendite rispettivamente del 27% e del 10%. La chimica farmaceutica raggiunge così la prima posizione per fatturato esportato, seguito da alimentare, impiantistica alimentare e meccanica.
Analizzando nel dettaglio il settore alimentare (1.371 milioni di euro) il buon ritmo di crescita è stato possibile grazie alla domanda estera dei prodotti dei comparti “da dispensa” più legati alla grande distribuzione: pasta, dolci, surgelati, precotti (27%), conserve vegetali (16%) e conserve ittiche (28%). Sono risultate stazionarie le vendite dei prodotti delle conserve animali (0%) tra cui rientrano i salumi e in lieve calo le bevande (-1%). Risulta in deciso calo la domanda di prodotti lattiero caseari (-12) e si registrano perdite considerevoli per la molitoria (-40%), comparto molto legato alla ristorazione.
Tutti gli altri settori, registrano cali a doppia cifra nei volumi esportati: impiantistica alimentare (-13%) meccanica (-18%) vetro (-15%). Il calo più considerevole è stato quello registrato dal settore tessile abbigliamento con una perdita di quasi il 30% del valore dei primi nove mesi del 2019.
Le tendenze per aree geografiche evidenziano, nel terzo trimestre 2020, un imponente incremento dei volumi esportati verso il Nord America (+55%) dovuto alla domanda di prodotti farmaceutici e un avanzamento del 2% in Sud America. Diminuisce del 3% la domanda da parte dell’Europa e del Medio Oriente. Perdite più consistenti hanno riguardato il continente Africano (-32%) e l’Asia (-14%). Si segnala infine un ottimo incremento delle vendite verso l’Oceania (25%) grazie all’ottima performance dell’alimentare.
Per quanto riguarda lo scenario delle esportazioni negli ultimi mesi dell’anno, secondo le rilevazioni del Centro Studi Confindustria, le ulteriori misure anti-Covid, introdotte a fine 2020 in Europa potrebbero aver frenato ulteriormente la domanda di beni e generato nuove strozzature nelle catene globali del valore.

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