In media è stato messo a segno un + 11 per cento sul trimestre precedente e un + 4,7 nei nove mesi rispetto agli stessi del 2018.
Nel terzo trimestre del 2019 l’export parmense ha registrato un’accelerazione dell’11% rispetto al secondo trimestre che era risultato di stagnazione (-0,3%). La variazione tendenziale fra gennaio e settembre 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018 risulta così pari al 4,7%, una percentuale in linea con la media regionale (4,8%) e quasi doppia rispetto a quella nazionale (2,5%).
Le esportazioni provinciali nei primi nove mesi del 2019 sono state caratterizzate da andamenti favorevoli per alimentare (10%), chimica-farmaceutica (7%), vetro (14%). Quasi stazionario invece il quadro per il settore tessile abbigliamento (1,4%) e per l’impiantistica alimentare (0,5%). Si segnala invece un calo delle esportazioni nel settore della meccanica generale (-4%) e della gomma plastica (-4%).
Analizzando i dati per settore, è possibile notare che il settore alimentare (prima posizione per fatturato esportato: 1.235 milioni di euro) registra un aumento del 10% dovuto al buon ritmo di crescita di buona parte dei comparti che lo compongono: pasta, dolci, surgelati, precotti (15%), prodotti lattiero caseari (10%), conserve vegetali e ittiche (11%), molitoria (20%), oli e grassi vegetali e animali (+14%) bevande (+5%) . Sono risultate stazionarie le vendite dei prodotti delle conserve animali (0%) tra cui rientrano i salumi.
La chimica-farmaceutica è seconda per valore con 1.123 milioni, cresce del 7% rispetto al 2018 con un trend positivo comune a tutti i comparti: chimica (3,5%), farmaceutica (9%), cosmetica (3%).
La meccanica generale con 1.025 milioni di Euro si posiziona in terza posizione per fatturato esportato nei primi tre trimestri del 2019 con un calo tendenziale del -4%; l’impiantistica alimentare, quarto posto, raggiunge i 974 milioni di Euro e resta stabile (0,5%).
Le tendenze per aree geografiche evidenziano, nel terzo trimestre 2019, una crescita dei volumi esportati verso Unione Europea (+6%), Nord America (+13%), Medio Oriente (+4%), Asia (+4%) e Africa (+18%). Si segnala infine una frenata delle vendite destinate a paesi europei non Ue (-4%), America Centro Meridionale (-11%) e Oceania (-30%).
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